Liberi da Ansia, Panico, Fobie, Depressione e Stress

Liberi da Ansia, Panico, Fobie, Depressione e Stress
Quando apri gli occhi al mattino, siediti tranquillo per un attimo e apprezza il dono di un nuovo giorno, crea un pensiero sereno per portarlo nei momenti del giorno che stai attraversando. Trasforma questo mattino in opportunità di affrontare al meglio la giornata, con un sorriso, forza e desiderio di fare. Ora alzati e vai grande della tua serenità, forte della tua grinta.

domenica 31 maggio 2015

Informativa e consensoper l'uso dei cookie

1. Cosa sono i cookie?
I cookie sono piccoli file di testo che i siti visitati dagli utenti inviano ai loro terminali, ove vengono memorizzati per essere poi ritrasmessi agli stessi siti alla visita successiva. I cookie delle c.d. "terze parti" vengono, invece, impostati da un sito web diverso da quello che l'utente sta visitando. Questo perché su ogni sito possono essere presenti elementi (immagini, mappe, suoni, specifici link a pagine web di altri domini, ecc.) che risiedono su server diversi da quello del sito visitato.
2. A cosa servono i cookie?
I cookie sono usati per differenti finalità: esecuzione di autenticazioni informatiche, monitoraggio di sessioni, memorizzazione di informazioni su specifiche configurazioni riguardanti gli utenti che accedono al server, memorizzazione delle preferenze, ecc.
3. Cosa sono i cookie "tecnici"?
Sono i cookie che servono a effettuare la navigazione o a fornire un servizio richiesto dall'utente. Non vengono utilizzati per scopi ulteriori e sono normalmente installati direttamente dal titolare del sito web.
Senza il ricorso a tali cookie, alcune operazioni non potrebbero essere compiute o sarebbero più complesse e/o meno sicure, come ad esempio le attività di home banking (visualizzazione dell'estratto conto, bonifici, pagamento di bollette, ecc.), per le quali i cookie, che consentono di effettuare e mantenere l'identificazione dell'utente nell'ambito della sessione, risultano indispensabili.
4. I cookie analytics sono cookie "tecnici"?
No. Il Garante (cfr. provvedimento dell'8 maggio 2014) ha precisato che possono essere assimilati ai cookie tecnici soltanto se utilizzati a fini di ottimizzazione del sito direttamente dal titolare del sito stesso, che potrà raccogliere informazioni in forma aggregata sul numero degli utenti e su come questi visitano il sito. A queste condizioni, per i cookie analytics valgono le stesse regole, in tema di informativa e consenso, previste per i cookie tecnici.
5. Cosa sono i cookie "di profilazione"?
Sono i cookie utilizzati per tracciare la navigazione dell'utente in rete e creare profili sui suoi gusti, abitudini, scelte, ecc. Con questi cookie possono essere trasmessi al terminale dell'utente messaggi pubblicitari in linea con le preferenze già manifestate dallo stesso utente nella navigazione online.
6. È necessario il consenso dell'utente per l'installazione dei cookie sul suo terminale?
Dipende dalle finalità per le quali i cookie vengono usati e, quindi, se sono cookie "tecnici" o di "profilazione".
Per l'installazione dei cookie tecnici non è richiesto il consenso degli utenti, mentre è necessario dare l'informativa (art. 13 del Codice privacy). I cookie di profilazione, invece, possono essere installati sul terminale dell'utente soltanto se questo abbia espresso il proprio consenso dopo essere stato informato con modalità semplificate.
7. In che modo il titolare del sito deve fornire l'informativa semplificata e richiedere il consenso all'uso dei cookie di profilazione?
Come stabilito dal Garante nel provvedimento indicato alla domanda n. 4, l'informativa va impostata su due livelli.
Nel momento in cui l'utente accede a un sito web (sulla home page o su qualunque altra pagina), deve immediatamente comparire un banner contenente una prima informativa "breve", la richiesta di consenso all'uso dei cookie e un link per accedere ad un'informativa più "estesa". In questa pagina, l'utente potrà reperire maggiori e più dettagliate informazioni sui cookie scegliere quali specifici cookie autorizzare.
8. Come deve essere realizzato il banner?
Il banner deve avere dimensioni tali da coprire in parte il contenuto della pagina web che l'utente sta visitando. Deve poter essere eliminato soltanto tramite un intervento attivo dell'utente, ossia attraverso la selezione di un elemento contenuto nella pagina sottostante.
9. Quali indicazioni deve contenere il banner?
Il banner deve specificare che il sito utilizza cookie di profilazione, eventualmente anche di "terze parti", che consentono di inviare messaggi pubblicitari in linea con le preferenze dell'utente.
Deve contenere il link all'informativa estesa e l'indicazione che, tramite quel link, è possibile negare il consenso all'installazione di qualunque cookie.
Deve precisare che se l'utente sceglie di proseguire "saltando" il banner, acconsente all'uso dei cookie.
10. In che modo può essere documentata l'acquisizione del consenso effettuata tramite l'uso del banner?
Per tenere traccia del consenso acquisito, il titolare del sito può avvalersi di un apposito cookie tecnico, sistema non particolarmente invasivo e che non richiede a sua volta un ulteriore consenso.
In presenza di tale "documentazione", non è necessario che l'informativa breve sia riproposta alla seconda visita dell'utente sul sito, ferma restando la possibilità per quest'ultimo di negare il consenso e/o modificare, in ogni momento e in maniera agevole, le proprie opzioni, ad esempio tramite accesso all'informativa estesa, che deve essere quindi linkabile da ogni pagina del sito.
11. Il consenso online all'uso dei cookie può essere chiesto solo tramite l'uso del banner?
No. I titolari dei siti hanno sempre la possibilità di ricorrere a modalità diverse da quella individuata dal Garante nel provvedimento sopra indicato, purché le modalità prescelte presentino tutti i requisiti di validità del consenso richiesti dalla legge.
12. L'obbligo di usare il banner grava anche sui titolari di siti che utilizzano solo cookie tecnici?
No. In questo caso, il titolare del sito può dare l'informativa agli utenti con le modalità che ritiene più idonee, ad esempio, anche tramite l'inserimento delle relative indicazioni nella privacy policy indicata nel sito.
13. Cosa deve indicare l'informativa "estesa"?
Deve contenere tutti gli elementi previsti dalla legge, descrivere analiticamente le caratteristiche e le finalità dei cookie installati dal sito e consentire all'utente di selezionare/deselezionare i singoli cookie.
Deve includere il link aggiornato alle informative e ai moduli di consenso delle terze parti con le quali il titolare ha stipulato accordi per l'installazione di cookie tramite il proprio sito.
Deve richiamare, infine, la possibilità per l'utente di manifestare le proprie opzioni sui cookie anche attraverso le impostazioni del browser utilizzato.
14. Chi è tenuto a fornire l'informativa e a richiedere il consenso per l'uso dei cookie?
Il titolare del sito web che installa cookie di profilazione.
Per i cookie di terze parti installati tramite il sito, gli obblighi di informativa e consenso gravano sulle terze parti, ma il titolare del sito, quale intermediario tecnico tra queste e gli utenti, è tenuto a inserire nell'informativa "estesa" i link aggiornati alle informative e ai moduli di consenso delle terze parti stesse.
15. L'uso dei cookie va notificato al Garante?
I cookie di profilazione, che di solito permangono nel tempo, sono soggetti all'obbligo di notificazione, mentre i cookie che hanno finalità diverse e che rientrano nella categoria dei cookie tecnici, non debbono essere notificati al Garante.
16. Quando entrano in vigore le misure prescritte dal Garante con il provvedimento dell'8 maggio 2014?
Il Garante ha previsto un periodo transitorio di un anno a decorrere dalla pubblicazione del provvedimento in Gazzetta Ufficiale per consentire ai soggetti interessati di mettersi in regola. Tale periodo terminerà il 2 giugno 2015.


martedì 9 dicembre 2014

I disturbi d'Ansia


Gli schemi maladattivi sono costituiti da convinzioni e assunzioni. Le prime sono affermazioni incondizionate sul sé e il mondo come: “Sono un perdente”, “sono una persona di poco valore”, “sono un debole”. “sono un essere inferiore”. Le assunzioni, invece, rappresentano connessioni tra eventi esterni e le opinioni della persona stessa, come: “se mi faccio vedere ansioso, le altre persone penseranno che sono un debole”, “avere pensieri negativi significa essere persone negative”, “sintomi fisici poco chiari sono solitamente segni di una malattia molto grave”, “se non riesco a controllare il mio stato d’ansia sono un completo fallimento”.


Premessa di base delle teorie cognitive intorno ai disturbi d’ansia è che si tratti di una disfunzione legata all’interpretazione personale dei singoli eventi. I comportamenti connessi a tale interpretazione personale contribuiscono a mantenere e implementare il problema emozionale e, dunque, il disturbo stesso.
L’approccio di Ellis (1962) fonda sul principio secondo il quale i pensieri irrazionali sono la fonte del disturbo e delle sue conseguenze comportamentali. I pensiero irrazionali consistono in imperativi (“devo”), comandi e presupposti che portano ad elaborazioni illogiche a disturbi emotivi.

domenica 30 novembre 2014

Ansia e Paura

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L’ansia è una risposta a situazioni simboliche, psicologiche e/o sociali, piuttosto che alla presenza immediata di un pericolo fisico.
Si tratta di una vera e propria risposta al senso di incertezza che insorge quando c’è una minaccia alla propria integrità, coerenza e continuità del sé o al proprio essere agenti attivi.

domenica 6 ottobre 2013

Ansia connessa allo stato di salute. Ovvero: l'Ipocondria

Caratteristica principale dell'IPOCONDRIA è il credere all'erronea interpretazione di segni o sintomi fisici, riferendoli all'avere o al fatto di sviluppare una grave patologia, seppur senza una valutazione medica che giustifichi tali timori. La convinzione di avere una malattia non è sì grave e non diviene (quasi mai) un delirio vero e proprio poiché il paziente è conscio dell'esagerazione dei suoi timori e di non avere - di fatto - alcuna patologia. Tuttavia, la preoccupazione causa un considerevole disagio che - per fare diagnosi di ipocondria - deve sussistere per almeno 6 mesi (DSM-IV). Le rassicurazioni mediche non riescono a dissipare tali paure ingiustificate. In ogni caso, alcuni ipocondriaci ricorrono al loro medico curante mentre altri, per la paura generalizzata di tutto ciò che è in relazione a malattie fisiche, tendono ad evitare contatti con specialisti e informazioni sanitarie. Ricercare le rassicurazioni può divenire, talvolta, una continua consultazione di esperti pur senza averne un effettivo bisogno. L'ipocondria può verificarsi con un disturbo di attacchi di panico e, la gravità del disturbo, può fluttuare giornalmente o mensilmente: fasi acute possono essere intercalate a periodi in cui il livello di disagio è alquanto contenuto. Nei pazienti con tale tipo di ansia riguardante lo stato di salute, la rassicurazione medica ha l'effetto immediato di ridurre i disagi e le preoccupazioni: effetto che è, però, transitorio e dura poche ore o giorni.

lunedì 15 luglio 2013

Crisi di pianto



Si tratta di un sintomo molto diffuso che sconvolge profondamente la persona che ne soffre generando insicurezza, malessere, senso di inutilità, spossatezza e malumore. La persona, infatti, si sente turbata e, talvolta, incapace di comprendere le reali motivazioni del suo disagio.

Quando e perché si verificano?

Si possono verificare in conseguenza di diverse situazioni, stati dell’umore o patologie. 
Le seguenti cause sonno quelle tra le  più comuni:
  • Depressione: La tendenza al pianto è uno dei tanti sintomi che si possono verificare nel corso di un episodio depressivo. Questo è caratterizzato, anche, da malinconia, sfiducia per il futuro, senso di colpa, svalutazione, pensieri di morte, affaticamento, riduzione dell’energia, rallentamento dei movimenti, basso tono della voce, mimica scarsa, difficoltà di concentrazione, disturbi della memoria, ipocondria, disturbi del sonno, perdita di ogni interesse, disturbi psicomotori, trascuratezza dell’igiene personale, riduzione dell’appetito, calo/aumento del peso corporeo, compromissione del funzionamento sociale e lavorativo.
  • Stress: Gli eventi stressanti che si protraggono per periodi troppo lunghi possono, talora, portare ad un vero e proprio crollo psicologico durante il quale le crisi di pianto divengono espressione profonda dell'oppressione, causata da ritmi di vita talvolta insostenibili e sproporzionati rispetto alle proprie disponibilità energetiche.
  • Traumi: Un trauma si verifica quando si vive un evento di particolare gravità, che prova la tranquillità ma anche il benessere psico-fisico della persona. Il pianto improvviso in seguito a particolari episodi traumatici, comunica un vissuto doloroso non ancora elaborato che merita accoglimento, attenzione e ascolto.
  • Ansia: La facilità al pianto è uno dei sintomi che caratterizzano l’ansia patologica, accompagnata sovente da angoscia, nervosismo, preoccupazione, disturbi del sonno, timore che possa accadere qualcosa di grave. Chiedere l'intervento di uno specialista è importante al fine di comprendere la natura stessa dell'ansia e iniziare un  percorso per risolvere il problema.
  • Problemi di autostima: La scarsa considerazione di sé e delle proprie capacità e la nulla accettazione dei propri limiti fa sì che ci si senta incapaci di risolvere situazioni anche quotidiane e/o i problemi che si possono incontrare. La consulenza di uno psicologo, in questo caso, aiuta  a comprendere i propri blocchi interiori e a far chiarezza sulle proprie insicurezze.
  • Lutto: La perdita (di una persona cara così come quella di un animale) è sicuramente un’esperienza drammatica, caratterizzata da disperazione, malinconia, umore depresso e crisi di pianto. Ciascuno ha un modo personale di elaborare tale dolore e tempi diversi. Tuttavia, se dopo un anno dalla perdita stessa il dolore non subisce alcun cambiamento e il lutto continua ad incidere sulle attività quotidiane (casa, lavoro, famiglia, amici, ecc..), rivolgersi ad un professionista è indispensabile per affrontare e risolvere il problema.
  • Delusioni d'amore: Le delusioni nelle relazioni di coppia rendono vulnerabili e il pianto diviene una sua evidente manifestazione. In tali casi lo psicologo-psicoterapeuta, è fondamentale per prendere consapevolezza delle dinamiche disfunzionali personali che tengono vivo - interiormente - un amore finito; è, inoltre, utile al sostegno delle problematiche legate alla sfera affettiva, attraverso un percorso di cambiamento, orientato al proprio benessere psichico ed emotivo.
  • Gravidanza: le crisi di pianto si verificano molto frequentemente in gravidanza, anche per i cambiamenti ormonali che la donna subisce in tale delicata fase. In tal caso, condividere ciò che si sta vivendo (emozioni, sensazioni, pensieri) con le persone care o con uno specialista, è basilare per evitare che tale disagio sfoci in depressione.

lunedì 8 luglio 2013

Modelli cognitivi dei Disturbi d'Ansia

Il disturbo d'ansia è un disturbo emozionale quale disfunzione derivata dall'interpretazione disfunzionale dei singoli eventi che contribuisce al mantenimento del problema emozionale stesso.
I pensieri irrazionali sono fonte del disturbo emozionale e delle sue conseguenze comportamentali. Tali pensieri constano, essenzialmente, negli imperativi (DEVO) comandi e presupposti che portano ad elaborazioni illogiche e a disturbi emozionali.
Le credenze che predispongono a reazioni emotive negative, sono diverse e la conseguenza può essere la seguente: 
"Una persona deve essere perfettamente competente per essere considerata meritevole; una persona deve essere amata e rispettata dalla maggioranza degli individui della comunità in cui vive".
Questi sono esempi di credenze spesso rinforzate dalla società e dalle convinzioni personali. Per molti autori ansia e depressione sono associate a distorsioni del pensiero e danno luogo a processi disfunzionali che si manifestano con un flusso di pensieri automatici negativi.
Un flusso che riflette le convinzioni e assunzioni fondanti la memoria della persona, quali rappresentazioni stabili (schemi).
Nel momento in cui tali schemi sono richiamati influenzano l'elaborazione dell'informazione, modellando le esperienze e condizionando il comportamento dell'individuo. Lo stesso comportamento e pensiero della persona ansiosa è definito superficialmente "irrazionale": tuttavia, deriva logicamente da convinzioni e credenze esistenti. 
I difetti nell'elaborazione delle informazioni dei disturbi emozionali, sono evidenziati da credenze, distorsioni cognitive e pensieri automatici negativi della persona stessa.