Gli schemi maladattivi sono costituiti da convinzioni e assunzioni. Le prime sono affermazioni incondizionate sul sé e il mondo come: “Sono un perdente”, “sono una persona di poco valore”, “sono un debole”. “sono un essere inferiore”. Le assunzioni, invece, rappresentano connessioni tra eventi esterni e le opinioni della persona stessa, come: “se mi faccio vedere ansioso, le altre persone penseranno che sono un debole”, “avere pensieri negativi significa essere persone negative”, “sintomi fisici poco chiari sono solitamente segni di una malattia molto grave”, “se non riesco a controllare il mio stato d’ansia sono un completo fallimento”.
Premessa di base delle teorie cognitive intorno ai disturbi d’ansia è che si tratti di una disfunzione legata all’interpretazione personale dei singoli eventi. I comportamenti connessi a tale interpretazione personale contribuiscono a mantenere e implementare il problema emozionale e, dunque, il disturbo stesso.
L’approccio di Ellis (1962) fonda sul principio secondo il quale i pensieri irrazionali sono la fonte del disturbo e delle sue conseguenze comportamentali. I pensiero irrazionali consistono in imperativi (“devo”), comandi e presupposti che portano ad elaborazioni illogiche a disturbi emotivi.